Thu, 06/18/2020 - 15:21
Il dollaro USA ha avuto un inizio difficile a giugno, subendo perdite significative contro tutte le major. Ciò avviene dopo che Marzo ha visto il biglietto verde rafforzarsi in modo significativo per una serie di motivi. Essendo la valuta di riserva del mondo, è sempre stato un bene rifugio. Pertanto, per via della pandemia globale, la corsa ai beni rifugio ha sorprendentemente registrato un aumento della domanda di USD. Si aggiungano a questo le enormi quantità di debito in dollari delle società e gli enormi guadagni del dollaro sembrano logici.
Data la rapida ascesa del dollaro sulla scia della crisi del coronavirus, è comprensibile che vedremo il biglietto verde perdere alcuni dei suoi guadagni mentre le misure globali di quarantena vengono allentate. Durante questo forte trend ribassista, l'effetto della decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di preservare il recente accordo commerciale nonostante la mossa della Cina di spogliare Hong Kong del suo speciale status legale è stato piuttosto debole.
C'è stato, tuttavia, un altro fattore che ha determinato il crollo del dollaro questa settimana: l'escalation delle proteste in risposta all'illegale uccisione di George Floyd da parte della polizia. Ciò che è iniziato come una manifestazione pacifica si è trasformato in violenti scontri che hanno visto l'imposizione di un coprifuoco in diverse città degli Stati Uniti a seguito di un intensificazione degli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine.
Guardando al Vecchio Continente, questa settimana sono stati rilasciati alcuni dati economici chiave sotto forma di rapporti PMI manifatturieri per l'area Euro e il Regno Unito. Entrambi erano in linea con le previsioni e rappresentano un netto miglioramento rispetto ai minimi storici di aprile. Il report dell'area Euro ha registrato un 39,4 (contro una stima preliminare di 39,5), mentre l'analogo del Regno Unito è arrivato esattamente al 40,7 previsto. Il PMI manifatturiero ISM statunitense, d'altra parte, si è fermato a 39,8 (solo 3,7 punti sopra il livello del mese scorso, che era il più basso in oltre 10 anni).
In questo contesto, GBP/USD ha provato a raggiungere i 1.1200 ma alla fine si è ritirato per via dei deboli dati economici pubblicati all'inizio della settimana. Sembra che gli investitori siano ancora cauti in vista della decisione di politica monetaria della BCE e del report sugli Stipendi non agricoli degli Stati Uniti, che sono entrambi previsti alla fine di questa settimana.
Nel frattempo, EUR/USD è riuscito a raggiungere i 1,2575 anche se le preoccupazioni sulla Brexit continuano a crescere. Martedì il Regno Unito e l'UE hanno ripreso i colloqui, con il portavoce del Primo Ministro britannico che ripetendo le richieste "senza precedenti" dell'UE e insistendo sul fatto che l'UE27 riconsidererà la sua posizione se si vuole raggiungere un accordo. I funzionari dell'UE, d'altro canto, hanno espresso la mancanza di fiducia nel fatto che il Regno Unito desideri un accordo.
Infine, volgendo lo sguardo al Giappone, la coppia USD/JPY è stata sottoposta a continue pressioni dal debole biglietto verde. Tuttavia, è finalmente riuscito a uscire dal suo recente canale laterale, raggiungendo la zona dei 108.80. Ora che si è consolidato al di sopra della sua resistenza di 108,50 e ha completato il suo modello di testa e spalle invertite, lo yen ha potuto vedere un'ulteriore crescita. Soprattutto se il dollaro continua il suo declino.
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