Fri, 05/23/2025 - 12:32
Con azioni e materie prime che dominano in egual misura le prime pagine dei giornali a causa del conflitto commerciale in corso tra Stati Uniti e Cina, molti hanno distolto lo sguardo dal mercato delle criptovalute. Bitcoin sembrava aver perso slancio dopo l'insediamento di Trump, con un calo di quasi il 30%, da 105.403 dollari il 30 gennaio a 75.004 dollari il 9 aprile. Sembrava che la festa fosse finita. Ma poi, nel giro di poco più di un mese, BTC ha sorpreso gli analisti, guadagnando un bel 47% e raggiungendo un nuovo massimo storico di 111.691 dollari il 21 maggio. Se consideriamo che i guadagni conseguiti in 12 mesi dalla criptovaluta originale sono solo del 58%, si tratta di un aumento enorme in poco più di 30 giorni.
Numerose sono le ragioni dietro questo improvviso balzo, dall'inflazione stagnante e un dollaro debole fino all'ottimismo sui negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina e alle aspettative di un cambiamento nella politica monetaria della Federal Reserve in estate. In questo articolo, cercheremo di considerare tutti questi fattori che influenzano il mercato delle criptovalute per capire dove potrebbe dirigersi il mercato nella seconda metà di quest'anno.
Un pugno di dollari
La debolezza del dollaro statunitense è sempre più evidente. Dopo aver già perso il 10% rispetto alle principali controparti, l'euro e la sterlina britannica, l'indice di riferimento del dollaro statunitense è sceso sotto quota 100,00, scendendo a livelli che non si osservavano dall'aprile 2022. E sebbene ad aprile l'inflazione statunitense sia stata inferiore alle aspettative, attestandosi al 2,3%, molti americani sono ancora profondamente preoccupati per il potenziale aumento dei prezzi in vista della scadenza di varie moratorie tariffarie in estate. L'indice di fiducia dei consumatori dell'Università del Michigan, pubblicato il 16 maggio, ha registrato un calo da 52,2 di aprile a 50,8 di questo mese, il secondo valore più basso mai registrato. A peggiorare ulteriormente la situazione per il dollaro statunitense, lo stesso giorno Moody's è diventata l'ultima grande agenzia di rating a declassare il rating creditizio degli Stati Uniti da AAA. Questo declassamento è significativo in quanto rivela un consenso emergente sul fatto che il crescente onere del debito statunitense non sia più solo un rischio astratto, quanto piuttosto un vincolo strategico al potere e alla leadership degli Stati Uniti.
Alla luce dei gravissimi problemi che affliggono la valuta di riserva mondiale, non sorprende quindi che gli investitori stiano rivolgendo lo sguardo a veri e propri beni rifugio come l'oro e, sempre più, il Bitcoin. La combinazione dell'emissione limitata e della relativa facilità di acquisto lo rende sempre più popolare come alternativa al bene rifugio, soprattutto tra i giovani. Finché persiste l'ombra di un'incombente inflazione e il dollaro continua a perdere il favore sia degli investitori che delle internazionali, che spesso scelgono di negoziare nelle proprie valute o in altre valute globali, la domanda di Bitcoin come strumento di copertura del rischio e di investimento non potrà che crescere.
Fuori portata
Non sorprende inoltre che ciò che ha rappresentato un vantaggio per le azioni sia stato positivo anche per quella che è forse la classe di asset più rischiosa in assoluto: le criptovalute. Le voci di un cambiamento organico nella politica monetaria della Fed, unite alla crescente pressione di Trump sul presidente della banca centrale Jerome Powell, hanno portato a un aumento della domanda di asset a rischio elevato in previsione di un taglio dei tassi a giugno o luglio.
Tuttavia, sembra che queste speranze siano state smentite quando Powell ha chiarito che, prima di riprendere i tagli dei tassi, la banca centrale vuole assicurarsi che le aspettative di inflazione a lungo termine non aumentino a causa dei dazi. Al 20 maggio, lo strumento FedWatch del CME indicava una probabilità del 71% che la Fed mantenga invariati i tassi di interesse durante le due riunioni successive, una differenza enorme rispetto a solo un mese fa, quando i mercati prevedevano una probabilità del 90% di un taglio dei tassi entro luglio.
Fortunatamente per Bitcoin, anche l'incertezza gioca a suo favore e contribuendo a mantenere il suo trend rialzista. Nel frattempo, i negoziati commerciali in corso tra Cina e Stati Uniti, iniziati la scorsa settimana a Ginevra, si stanno rivelando promettenti, con la sigla di una sospensione di 90 giorni. Questo avviene mentre l'UE presenta una nuova proposta commerciale agli Stati Uniti nel tentativo di rilanciare i colloqui con l'amministrazione del presidente Trump, in stallo. Il fatto che l'Unione Europea abbia disposto un piano di dazi di ritorsione per 108 miliardi di dollari in caso di fallimento dei negoziati dimostra il potenziale rischio economico globale in caso di mancato accordo commerciale. Mentre la conclusione di accordi commerciali rinvigorirà certamente gli investimenti nelle classi di asset più rischiose nel loro complesso, l'incertezza legata alla mancanza di accordi potrebbe anche favorire i beni rifugio, tra cui Bitcoin sta gradualmente guadagnando consensi.
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