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Avvertenza sul rischio: I CFD sono strumenti complessi e presentano l'elevato rischio di perdere denaro rapidamente per via della leva. Il 80% dei conti degli investitori retail perde denaro quando scambia CFD con questo fornitore. Dovresti valutare se sei in possesso delle conoscenze sul funzionamento dei CFD e se puoi permetterti di affrontare l'elevato rischio di perdere i tuoi soldi. Clicca qui per leggere la nostra Informativa sul Rischio completa.

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Fossil fuels still have a future as demand holds

I combustibili fossili hanno ancora un futuro perché la domanda rimane elevata

Fri, 03/14/2025 - 07:42

Dopo il lancio del Green New Deal di Biden cinque anni fa, i combustibili fossili sono stati letteralmente messi in secondo piano. Le energie rinnovabili hanno registrato una crescita esponenziale e molti di noi hanno iniziato a immaginare un mondo senza petrolio e gas. Tuttavia, come spesso accade, l'entusiasmo è durato poco e nell'estate del 2022 sia il greggio che il gas naturale hanno raggiunto massimi storici senza precedenti. Dopo una correzione importante nella seconda metà dello stesso anno, il mercato ha continuato a muoversi più o meno lateralmente. Il Brent si attesta (13/03) a 71,00 dollari al barile, in calo del 14% rispetto all'anno precedente, mentre il WTI si attesta a 67,75 dollari, con perdite annuali simili. A 4,21 $, il prezzo del gas Henry Hub, d'altro canto, è aumentato di quasi il 40% dal dicembre 2024, sebbene sia ancora più del 50% al di sotto del massimo storico di 8,81 $ raggiunto nell'agosto 2022.

Tuttavia, con l'aumento delle tensioni in diverse nazioni produttrici di combustibili e l'avvicinarsi della stagione estiva con relativo aumento della domanda, è difficile prevedere l'andamento futuro dei prezzi. Il nuovo governo repubblicano desidera sviluppare il settore, l'OPEC+ detiene un potere significativo nell'immediato futuro. In questo articolo esamineremo una serie di fattori che potrebbero avere un impatto sulla domanda e sull'offerta a breve e medio termine, allo scopo di stabilire quale potrebbe essere l'andamento dei prezzi nel 2025.

Perforate, non vi fermate!

Il presidente Trump è stato inequivocabile in merito alla necessità di maggiori combustibili fossili e ha adottato misure concrete per incentivare l'esplorazione e la commercializzazione di progetti su petrolio e gas sia negli Stati Uniti che all'estero. All'inizio del mese scorso, ha firmato un ordine esecutivo che istituisce formalmente un National Energy Dominance Council per incrementare la produzione nazionale. Ciò avviene dopo aver concesso un'autorizzazione condizionata all'esportazione per un enorme progetto sul gas naturale liquefatto in Louisiana e ha incaricato il Segretario degli Interni Doug Burgum di revocare il divieto imposto da Biden sulle future trivellazioni petrolifere offshore sulle coste orientali e occidentali. L'amministrazione Trump ha puntato gli occhi anche sull'Africa, i cui progetti esistenti su petrolio e gas necessitano di essere ampliati e modernizzati per soddisfare le esigenze dei 600 milioni di africani ancora senza elettricità.

Queste iniziative, se da un lato andranno probabilmente a vantaggio dell'industria in generale e aumenteranno i prezzi delle azioni di molte società del petrolio e del gas, sono suscettibili di deprimere i prezzi delle materie prime a causa dell'aumento dell'offerta. Tuttavia, progetti di questo tipo necessitano di molti anni prima di essere operativi. A breve, tuttavia, le minacce di Trump di imporre dazi del 10% sulle importazioni di petrolio canadese, se attuate, causeranno sicuramente picchi a breve termine nei prezzi del petrolio, soprattutto considerando la debolezza del dollaro statunitense.

La tensione scende parzialmente

Al di fuori degli Stati Uniti, vediamo un mondo ancora in subbuglio. In Europa la tensione è ancora alta e il Medio Oriente appare in precario equilibrio. Entrambe le aree ospitano importanti produttori delle due materie prime e, finché non verrà raggiunta una pace duratura, ci saranno sempre rischi dal lato dell'offerta che potrebbero portare a un aumento dei prezzi. Secondo gli ultimi dati sulle riserve dell'EIA, le scorte di benzina degli Stati Uniti sono diminuite di 5,7 milioni di barili, un calo molto superiore al previsto. 

Nel frattempo, l'OPEC+ sta facendo fatica ad attuare i requisiti di conformità della produzione, in quanto l'aumento della produzione di greggio da parte dei principali produttori complica la gestione dell'offerta. Il principale trasgressore è stato il Kazakistan, che ha superato costantemente la sua quota di 1,468 milioni di barili al giorno per tutto il mese di febbraio. Il vice primo ministro russo Alexander Novak ha dichiarato che l'OPEC+ ha concordato di iniziare ad aumentare la produzione di petrolio a partire da aprile, ma la situazione potrebbe cambiare se gli squilibri del mercato dovessero persistere. Naturalmente, un eccesso di offerta dovrebbe favorire un calo dei prezzi del petrolio, ma con una domanda che si attesta ancora in media sui 102,2 milioni e le riserve in calo, è difficile fare previsioni.

Per quanto riguarda il gas, il ritardo nei terminali di esportazione di GNL degli Stati Uniti, unito alla chiusura periodica dello Stretto di Hormuz, ha ostacolato e continuerà a ostacolare le forniture di gas all'Europa, determinando così un aumento dei prezzi. Pertanto, nonostante si parli molto di incremento di capacità sia per il petrolio che per il gas, questi progetti richiederanno tempo. A breve termine, l'andamento dei prezzi sarà determinato in larga misura dall'offerta dell'OPEC+ e dall'entità della domanda estiva.

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