Con l'avvicinarsi di un nuovo anno, il mondo si sta preparando per una nuova amministrazione negli Stati Uniti che di sicuro scuoterà la politica interna e, di conseguenza, l'economia della più grande superpotenza del mondo. Nonostante le insidiose condizioni economiche e geopolitiche, il 2024 si è rivelato un anno estremamente positivo per il mercato azionario statunitense. Salendo a picchi sempre più alti, i due grandi indici (S&P 500 e Nasdaq 100) sono in rialzo rispettivamente del 28% e del 33%, e molti si aspettano che crescano ulteriormente nel 2025 sotto una Casa Bianca di Trump favorevole alle imprese e una Fed accomodante. Nonostante la vigorosa crescita degli ultimi 12 mesi e alcune bolle in settori isolati, vi sono ancora molte opportunità di ulteriori guadagni in diversi settori.
Vi è, tuttavia, una potenziale minaccia, ed è probabilmente qualcosa che molti avevano dimenticato del tutto: l'inflazione. È vero, il rischio di pressione sui prezzi è in aumento in seguito a una serie di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve. Inoltre, il presidente della Fed Jerome Powell si è impegnato a proseguire con l'allentamento monetario nel prossimo futuro. Quindi, cosa significa questo per l'andamento dei titoli a lungo termine, e quali fattori al di là dell'inflazione dovrebbero interessare gli investitori che cercano di proteggersi da qualsiasi potenziale minaccia?
Sei tu a decidere
Abbiamo già identificato lo spettro dell'aumento dell'inflazione come una delle maggiori minacce alla continuazione del boom dei mercati azionari che abbiamo osservato nell'ultimo anno e mezzo, ma il meccanismo del suo funzionamento è più complesso di quanto non appaia a prima vista. Naturalmente, prezzi più elevati dei beni e dei servizi significano che gli investitori ordinari avranno meno reddito disponibile per acquistare azioni, ma il tasso di inflazione organica influenzerà anche la politica monetaria della Fed in una sorta di circolo vizioso. Con l'aumento dell'inflazione, Powell sarà costretto a considerare l'aumento dei tassi d'interesse che, a loro volta, renderanno ancora meno attraenti gli asset a rischio elevato come le azioni.
Naturalmente il regolatore statunitense esaminerà più che semplici dati sulla pressione inflazionistica quando prenderà le sue decisioni. Per questo motivo, è saggio tenersi aggiornati sugli indicatori principali, come il mercato del lavoro, per indicazioni su come si potrebbe orientare la politica. Le ultime NFP non e i dati JOLT mostrano che il mercato del lavoro continua a raffreddarsi costantemente, mentre i licenziamenti rimangono ai minimi degli ultimi anni e le dimissioni volontarie toccano nuove vette. Anche di fronte a un aumento dell'inflazione, la Fed vorrà vedere un cambiamento significativo in questa dinamica prima di passare di nuovo a una politica aggressiva. Per ora, sembra esserci consenso nel fatto che la situazione del mercato del lavoro consentirà un ulteriore taglio dei tassi prima dell'adozione di un approccio "d'attesa" nel 2025. Mentre questo aiuterà le azioni nel breve termine, ciò che accade nel nuovo anno è ancora da capire, anche se guardare gli indicatori chiave ci aiuterà a essere tra i primi ad anticiparlo.
Scendiamo nei dettagli
Mentre la pressione sui prezzi è sicuramente una misura di base che incide sui valori del mercato azionario nel suo complesso, è piuttosto in basso nell'elenco dei fattori che influenzano i prezzi delle singole azioni. Supponendo che non ci sia iperinflazione o un evento "cigno nero" si abbatta sul mercato, è più che probabile che nei mercati azionari vedremo vincitori e perdenti nel 2025: alcuni settori e singoli titoli registreranno performance superiori, mentre altri rimarranno indietro.
Un fattore determinante in questo senso sarà la politica della Casa Bianca di Trump. Il repubblicano in arrivo ha chiarito la sua posizione su petrolio, gas, criptovalute e aziende automobilistiche statunitensi: possiamo aspettarci che queste industrie ottengano buoni risultati nel corso dei prossimi quattro anni. Con la nomina di Elon Musk a capo del nuovo Dipartimento di Efficienza Governativa, può essere aggiunta a questa lista anche Tesla. Nel frattempo, aziende dell'IA e semiconduttori come Intel e NVIDIA stanno già godendo di un boom organico, per così dire, ma la posizione anti-Cina di Trump vedrà i produttori di chip capitalizzare ancora di più su questo slancio naturale.
Di contro, faremmo bene a prepararci a un'ulteriore depressione in settori precedentemente in fermento come l'energia verde e le energie rinnovabili, che ha visto enormi guadagni dopo l'elezione di Biden nel 2020 e sono ancora si stanno ancora riprendendo dalla successiva correzione. Ultimo, ma non meno importante, la stagione degli utili del 4° trimestre ci darà senza dubbio forti indizi sulle future fortune delle singole aziende, e non c'è veramente modo migliore per fare una scelta informata su quali titoli specifici si farebbe bene a includere nei propri portafogli a lungo termine.
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