Come qualsiasi investitore o trader di criptovalute ben sa, negli ultimi due anni per Bitcoin e altre valute digitali è stato un po' come un giro sulle montagne russe. Dopo un rialzo prolifico, alla fine del 2021 è scoppiata la bolla. Da un massimo di 64.400$, Bitcoin è precipitato bruscamente al modesto 15.760$ del novembre 2022. Dopo l'ultimo di una serie di enormi cicli di espansione e scoppio di bolle, in molti comprensibilmente esitavano a riconoscere l'inizio di un nuovo mercato rialzista delle valute digitali; tuttavia, dal momento che lunedì (23/10) il Bitcoin ha raggiunto un rialzo di oltre il 100% in meno di 12 mesi, gli scettici di tutto il mondo hanno finalmente iniziato a credere possa essere in corso il disgelo delle criptovalute. Poi, nel giro di un solo giorno, la criptovaluta originale è salita del 10%, abbastanza da sciogliere il cuore anche del più tenace bastian contrario.
Anche se da allora i prezzi hanno subito una leggera correzione, questa settimana rappresenta davvero una svolta. In genere considerate tra gli investitori in criptovalute più conservatori, le istituzioni hanno registrato afflussi netti per la quarta settimana consecutiva, con gli ultimi dati che parlano di una liquidità settimanale totale investita per un valore di 66 milioni di dollari. Come al solito, i fattori alla base del deciso movimento del mercato sono vari e numerosi, ma il principale, in questo momento, parrebbe essere l'imminente approvazione degli ETF spot sul Bitcoin da parte della Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti e gli imminenti cambiamenti nel quadro normativo complessivo. Mentre ci avviciniamo al quarto trimestre, trader e investitori di criptovalute sono comprensibilmente desiderosi di vedere dove si dirigerà il mercato. In questo articolo, esamineremo questi due fattori e cercheremo di trarre conclusioni per il resto dell'anno e oltre.
Vicini all'approvazione di ETF spot
Dopo molte discussioni e ritardi, sembra che l'arrivo del tanto atteso ETF spot sul Bitcoin sia oramai alle porte. In effetti, questa settimana è emerso che Blackrock aveva inserito il suo potenziale prodotto nel database Depository Trust and Clearing Corporation sotto il ticker $IBTC. Ma Blackrock è tutt'altro che l'unico cavallo di battaglia: esistono applicazioni simili in fase di esame da parte di Ark Invest, Invesco e il pioniere dei fondi in criptovalute, Grayscale, il cui modello di trust ha i suoi svantaggi che lo status di piena sicurezza mitigherebbe.
Dopo aver procrastinato il più a lungo possibile, la fine del periodo di esame di 240 giorni a disposizione della SEC si sta avvicinando rapidamente. Lo scenario più probabile, secondo Stuart Barton, Chief Investment Officer di Volatility Shares, è che diversi prodotti siano approvati contemporaneamente, onde evitare di dare a un fornitore un vantaggio indebito rispetto ai suoi concorrenti. Anche se non c'è nulla di definitivo, il punto di riferimento che ribalta la decisione originaria della SEC di agosto da parte di una giuria di tre giudici della Corte d'Appello di DC, con la quale si è negato a Grayscale la possibilità di emettere un suo ETF spot, è stato preso da molti partecipanti al mercato come il segnale di un cambiamento epocale.
Questa dinamica, insieme alla già citata impennata degli investimenti istituzionali, sembra lasciar intendere che, nelle settimane e nei mesi a venire, per il Bitcoin possa profilarsi un nuovo mercato rialzista. Come ha scritto Jack Tan di Woo Network in una recente nota, "il Bitcoin attraversa una fase di "anti-gravità" e nei prossimi mesi potrebbe raggiungere i 75.000 dollari", per poi aggiungere che "l'improvvisa impennata è solo un assaggio di ciò che accadrà se gli ETF verranno effettivamente approvati"
I regolatori faranno il loro lavoro
Per molti anni, il mercato delle criptovalute è riuscito a evitare la regolamentazione come una sorta di elemento esterno dei mercati finanziari popolato esclusivamente da appassionati di tecnologia e seguaci della prima ora. Tuttavia, a partire dal primo grande boom del 2017 e, in misura maggiore, a ogni successivo ciclo rialzista, le valute digitali (in particolare il Bitcoin) hanno attirato sempre più l'attenzione degli enti regolatori di tutto il mondo. Il problema rimane la mancanza di armonizzazione a livello globale, con enormi differenze nel modo in cui vengono trattate le criptovalute.
Ad esempio, in paesi come la Svizzera e Singapore, l'innovazione nelle criptovalute è attivamente incoraggiata ed esiste un chiaro quadro giuridico in cui investitori e aziende possono operare. Contemporaneamente, ci sono paesi come la Cina che hanno represso le attività in criptovalute, bandendo del tutto le ICO e gli exchange di criptovalute. Anche all'interno degli Stati Uniti, la mancanza di una linea inequivocabile a livello federale comporta enormi differenze giuridiche tra i singoli stati. La SEC, tuttavia, non sembra riuscire a raggiungere un consenso sul fatto che token e monete possano essere considerati titoli e, da quando è stato pubblicato il rapporto DAO del 2017, ha cambiato le sue posizioni più volte.
Più che allo status di sicurezza, investitori e trader sono interessati alla tassazione e sembra che negli Stati Uniti si stia finalmente facendo chiarezza a livello nazionale su questa particolare questione. L'IRS ha finalmente rilasciato le linee guida su come calcolare e dichiarare guadagni e perdite in bitcoin; ora i contribuenti devono dichiarare le rispettive proprietà e transazioni in criptovaluta fra i proventi annuali. Gli exchange, inoltre, sono tenuti a implementare rigorosi controlli KYC e AML sui depositanti, e si spera che una volta risolti i problemi di conformità fiscale e legale, ancora più istituzioni e fondi si uniranno al BTC, il che molto probabilmente si tradurrà in ulteriori rialzi.
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