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La decisione della Fed aiuta a sostenere le azioni statunitensi mentre abbondano i dati positivi

Thu, 11/02/2023 - 09:28

Da quando, alla fine del 2021, il boom post-pandemia nel mercato azionario statunitense si è bruscamente concluso, per molte società è stata dura cercare di recuperare parte del terreno perso nel corso del lento calo del 2022. All'inizio di quest'anno il malconcio mercato azionario ha avvistato la possibilità di una tregua, con i principali indici in rialzo di oltre il 10% nel solo gennaio 2023. Tuttavia, entro la fine di luglio, la ripresa aveva già iniziato a perdere spinta. 

Da allora, i due più grandi indici del paese — lo S&P 500 e il Nasdaq 100 — hanno entrambi perso quasi il 10%, scendendo rispettivamente da 4.576 e 15.826 a 4.193 e 14.409 nell'arco di soli tre mesi. I movimenti di questa settimana, però, sembrano suggerire che per i tormentati investitori del mercato azionario si intraveda una luce alla fine del tunnel. 

Dopo la pubblicazione degli ultimi dati sulla fiducia dei consumatori, il 31 ottobre, abbiamo visto lo S&P 500 salire dello 0,7%, mentre il Nasdaq è riuscito a guadagnare lo 0,5%. Questi rialzi sono poi cresciuti ulteriormente il giorno successivo, quando la decisione della Fed di mantenere invariati i tassi ha provocato un balzo rispettivamente dell'1,1% e dell'1,6% per questi importanti indici. A prima vista i guadagni potrebbero sembrare limitati, ma sono un segnale del fatto che i mercati azionari stanno rispondendo positivamente ai dati economici fondamentali nonostante l'instabilità geopolitica in corso (e in peggioramento). Mentre il mondo inizia a interpretare l'ultima decisione della Fed e i commenti post-riunione, i trader e gli investitori di tutto il mondo si chiedono quali saranno le implicazioni per il mercato azionario fino alla fine di quest' anno e oltre.

I dati positivi sorprendono il mercato

Con la crescente instabilità geopolitica ora diffusa in Medio Oriente, l'inflazione persistente e l'aumento del costo del denaro, molti si aspetterebbero che i principali indicatori economici ne soffrano. Tuttavia, almeno negli Stati Uniti, l'impatto attenuato di questi molteplici fattori ha lasciato gli analisti perplessi. Se è vero che i recenti dati sulla fiducia dei consumatori rilasciati questa settimana dal Conference Board hanno effettivamente registrato un calo rispetto a un mese fa, la flessione da 103 a 102,6 di settembre è molto inferiore al calo di tre punti previsto da un sondaggio di economisti Reuters.

Nel frattempo, il mercato del lavoro statunitense sembra completamente imperturbato dall'incertezza pervasiva e continua a superare ogni aspettativa. Dopo i 336.000 posti di lavoro aggiunti nel mese di settembre, la disoccupazione rimane stabile a un salutare 3,8%. Anche l'indagine JOLTS sui nuovi posti di lavoro e sul turn over del Dipartimento del lavoro degli Stati Uniti ha mostrato che i licenziamenti sono scesi ai minimi in nove mesi, mentre l'apertura di nuove posizioni lavorative, parametro fondamentale della domanda di lavoro, ha visto un aumento di 56.000 unità, per toccare quota 9.553.000 l'ultimo giorno di settembre. Nel complesso, il sondaggio riporta la presenza di 1,5 posti di lavoro disponibili per ogni disoccupato negli Stati Uniti, in netto contrasto con la media pre-pandemia di 1,2.

Sebbene non sia del tutto chiaro il motivo per cui al momento il mercato del lavoro stia andando così bene, non c'è dubbio sia un fattore positivo per le azioni che potrebbe portare a una crescita sostenuta nel breve-medio termine.

La Fed alimenta la fiducia negli asset a rischio elevato

Con una decisione accolta con favore dagli investitori, nella riunione del 1° novembre la Federal Reserve degli Stati Uniti ha deciso di mantenere i tassi invariati per il secondo mese consecutivo, optando allo stesso modo per il mantenimento del tasso obiettivo dei fondi federali al 5,25%-5,5%. Questa decisione è stata interpretata da molti come la fine del ciclo di rialzo dei tassi dell'ente regolatore statunitense, motivo per cui il mercato azionario ha risposto così favorevolmente alla notizia.

Tuttavia, come sempre accade con queste riunioni del FOMC, è nei commenti rilasciati nel corso della conferenza stampa di chiusura che possiamo trovare le migliori perle di saggezza. Nei commenti post-riunione, ad esempio, Powell ha rivisto la propria valutazione sull'economia, affermando che "nel terzo trimestre l'attività economica è cresciuta a un ritmo forte", contro l'espressione "ritmo sostenuto" usata a settembre. 

Ironia della sorte, sembra che i responsabili della politica della Fed pensino siano proprio il mercato del lavoro in buona salute e la crescita del PIL superiore alle aspettative a mantenere alta l'inflazione; Powell, infatti, sostiene che "per ripristinare completamente la stabilità dei prezzi, dovremo osservare un rallentamento della crescita e un certo ammorbidimento nel mercato del lavoro". Nonostante l'ultima decisione sui tassi di interesse, le autorità non sembrano preoccupate all'idea di effettuare, se necessario, ulteriori incrementi dei tassi, nonostante la scelta di mantenerli invariati per la terza volta a dicembre. Tutto ciò equivale a un tacito impegno da parte della banca centrale a una politica più accomodante, una buona notizia per gli investitori del mercato azionario. Una volta che il mercato accetti che il ciclo di rialzo dei tassi è veramente finito, il denaro inizierà a fluire liberamente verso gli asset a rischio elevato.

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