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È ora di fare la scorta di azioni: S&P 500 ai massimi storici

Thu, 02/29/2024 - 09:42

Dopo la corsa sfrenata legata ai lockdown per il coronavirus e al periodo di ripresa inflazionistica post-pandemia, il 2023 ha portato una certa stabilità e crescita, gradite dalle borse statunitensi. A differenza dei rapidi cicli di crescita e crolli del 2020-2022, l'anno scorso abbiamo goduto di un ambiente di mercato rialzista stabile che ha visto lo S&P 500 guadagnare quasi il 27% nell'arco di circa dodici mesi, con il Nasdaq 100 che nel 2023 ha più che doppiato questi guadagni per registrare una crescita del 55%. E mentre il mercato azionario cinese ha faticato a mantenere una qualsiasi forma di trend rialzista a lungo termine, le borse statunitensi sono riuscite a mantenere il loro slancio positivo nel nuovo anno. 

Infatti, proprio lo scorso giovedì (22/02), lo S&P 500 ha chiuso a un nuovo record sopra i 5.100 $ dopo che un rally del gigante dell'IA NVIDIA ha spinto questo importante indice USA verso vette inesplorate. Nonostante le correzioni minori sul finire della settimana, le quotazioni rimangono intorno a questo nuovo massimo storico. Anche il Nasdaq 100, ricco di titoli del settore tecnologico, è riuscito a salire al di sopra dell'importante soglia psicologica dei 18.000 $, altro segnale molto incoraggiante considerando la mancanza di un piano deciso di riduzione dei tassi da parte della Fed. In attesa di dati economici e notizie cruciali nei prossimi giorni, molti trader e investitori si chiederanno per quanto tempo ancora continuerà la festa in borsa. Con questo in mente, esamineremo alcuni dei principali fattori che determineranno l'andamento delle azioni da qui alla fine dell'anno. 

Non scontare la Fed

Il potere della Federal Reserve degli Stati Uniti di spostare i mercati è ormai ben noto. Infatti, la corsa sulle montagne russe del 2020 dovrebbe essere più che sufficiente per dimostrarlo. In effetti, molti dei guadagni realizzati in borsa dall'inizio del 2023 sono stati attribuiti in un momento o in un altro alle aspettative per future riduzioni dei tassi. È passato un anno e siamo ancora in attesa di un annuncio risolutivo su una riduzione dei tassi all'orizzonte da parte di Powell e della sua combriccola. È oramai chiaro che la Fed sta privilegiando un "approccio attendista" e potremmo dover aspettare un qualche evento risolutore prima che inizino i tagli. Il mercato sembra esserne consapevole, dal momento che lo strumento del gruppo CME FedWatch mostra che solo il 63% dei trader attualmente si aspetta che la Fed inizi a tagliare i tassi entro giugno (rispetto al 98% alla fine di gennaio). Nel frattempo, l'83,6% prevede che il primo taglio arriverà a luglio. Come ci si aspetta, gran parte del processo decisionale delle autorità di regolamentazione statunitensi sarà legato alla vicinanza all'obiettivo di ridurre l'inflazione al 2%. Giovedì (29/02) verranno pubblicati i dati di gennaio sull'indicatore inflazionistico preferito dalla Fed, il PCE (spese per il consumo personale), che dovrebbe mostrare un'inflazione ostinatamente sopra al 3%. I dati su prodotto interno lordo (PIL), richieste di sussidi di disoccupazione e attività manifatturiera, anch'essi attesi in settimana, aiuteranno gli analisti a prevedere un lasso di tempo per i tagli dei tassi. Dato che i tagli non sono ancora stati scontati dalle borse statunitensi, potremmo aspettarci ulteriori rally nel 2024. 

Guadagnati la pagnotta

Al di là dell'ampia risonanza complessiva dei tassi d'interesse, le fortune dei singoli titoli sono in gran parte determinate dalle performance delle società sottostanti e non esiste una misura migliore della forza di un'azienda delle trimestrali sugli utili. Questa prima stagione delle trimestrali ha già visto risultati positivi da parte di diverse imprese del settore tecnologico, ma la performance più impressionante di tutte è quella di NVIDIA, il cui fatturato è aumentato del 265% in virtù dell'impennata della domanda di innovativi GPU a causa della crescente adozione di grandi modelli di intelligenza artificiale in diversi settori. Ancora più impressionante, il fatturato netto trimestrale della società ha raggiunto i 12,9 miliardi di dollari (4,93 dollari per azione), in rialzo del 769% rispetto agli 1,41 miliardi di dollari dello scorso anno per lo stesso periodo. Zoom è un'altra azienda informatica che ha rilasciato alcuni dati finanziari molto entusiasmanti di recente: il gigante delle videoconferenze segnala un fatturato netto di 298,8 milioni di dollari (98 centesimi per azione) per il trimestre conclusosi il 31 gennaio e un accattivante rialzo di oltre il 13% nell'orario di trading prolungato di questo lunedì dopo la diffusione della notizia. Ciò è particolarmente incoraggiante in quanto nello stesso periodo dello scorso anno Zoom ha riscontrato una modesta perdita. Nel frattempo, la società di servizi software Salesforce (CRM) annuncerà oggi (28/02) i risultati per il 4° trimestre 2023 e l'analista di Oppenheimer, Brian Schwartz, prevede utili per azione (EPS) di 2,09 dollari (+24,4% a/a) e un fatturato di 8,5 miliardi di dollari. Infatti, Schwartz vede il CRM ben posizionato per una crescita a due cifre del fatturato in questo esercizio fiscale. Mentre questo tipo di dati, preso singolarmente, potrebbe significare ben poco, nel loro insieme vediamo una chiara tendenza al miglioramento nei risultati economici per le imprese competitive o comunque sane, un forte indicatore rialzista a lungo termine per il mercato azionario. 

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