Thu, 03/16/2023 - 13:33
Dal dover sopravvivere grazie all'elemosina del governo nel 2020 al detenere tutto il potere contrattuale oggi, i lavoratori non qualificati hanno vissuto un viaggio sulle montagne russe con alti e bassi negli ultimi due anni. Ma non sono solo i ristoratori e i dipendenti del commercio al dettaglio ad avere la meglio nelle trattative sindacali. Gli ultimi indicatori economici rivelano un mercato del lavoro statunitense straordinariamente forte in tutti i settori. Esatto, negli ultimi 3 mesi l'economia statunitense ha aggiunto una media di 356.000 posti di lavoro, mentre il tasso di disoccupazione nazionale ha toccato il minimo da 50 anni a questa parte (3,4%). Quasi tutti i principali settori hanno superato i livelli di coinvolgimento precedenti alla pandemia. Nel frattempo, il "tasso dei licenziamenti volontari" rimane a livelli quasi record, segno evidente della fiducia dei lavoratori americani nel mercato del lavoro e dell'abbondanza di migliori opportunità di impiego.
In seguito alla pubblicazione di questa settimana (08/03/23) dell'indagine del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti sulle aperture di posti di lavoro e sul turnover, i numeri rimangono molto positivi, anche se leggermente meno impressionanti rispetto all'ultimo rapporto. Le aperture di nuovi posti di lavoro sono scese leggermente a 10,8 milioni, i licenziamenti sono aumentati marginalmente e il tasso di abbandono è sceso leggermente. Tuttavia, questo è perfettamente normale a gennaio, quando l'effetto dell'occupazione stagionale scompare e le aziende cercano di ridurre i costi in vista del prossimo ciclo finanziario. Sebbene tutto ciò sia molto positivo per i dipendenti, i trader e gli investitori vorrebbero comprensibilmente sapere quali sono le implicazioni di un mercato del lavoro così forte per i loro investimenti nei mercati finanziari. Pertanto, questo articolo analizzerà l'effetto del forte mercato del lavoro su tre delle classi di asset più scambiate: azioni, forex e materie prime.
Azioni sott'occhio
Un mercato del lavoro forte è generalmente positivo per il mercato azionario perché significa che un maggior numero di persone è sicuro e fiducioso sul futuro a medio e lungo termine e, quindi, è più probabile che abbia un surplus di reddito da investire. Se a questo fatto si aggiunge l'afflusso di investitori al dettaglio nei mercati azionari, che è una vera e propria pandemia, e i prezzi relativamente bassi delle azioni statunitensi in questo momento, si può pensare che la ricetta per i prossimi guadagni del mercato azionario sia una buona idea. Tuttavia, la realtà è che molti di questi nuovi investitori al dettaglio hanno acquistato al rialzo e stanno subendo pesanti perdite. E nonostante la logica imponga che comprare di più ora sia il modo più saggio per cercare di recuperare ciò che hanno perso, le statistiche dimostrano che la maggior parte di loro fa l'esatto contrario: vende in perdita e abbandona definitivamente le azioni.
Un altro fattore aggravante è la Federal Reserve statunitense. È probabile che l'autorità di regolamentazione degli Stati Uniti consideri questi numeri costantemente positivi sul lavoro come una luce verde per continuare il ciclo di rialzi dei tassi. Come sa chiunque abbia un minimo di interesse per il trading, l'aumento dei tassi di interesse è in genere una cattiva notizia per i prezzi delle azioni. Sarebbe opportuno considerare anche l'effetto del forte potere contrattuale dei lavoratori sui profitti delle aziende. I dipendenti con molte opzioni tendono a negoziare salari più alti, il che avrà un impatto sui profitti delle aziende nel 2023. Al livello attuale di 3.946, l'S&P 500 è rimasto piatto dal maggio 2022 ed è difficile che si verifichi presto un'importante oscillazione verso l'alto.
Dollaro in contanti
Una classe di asset che indubbiamente trae vantaggio da un mercato del lavoro vivace è la valuta nazionale del paese. In questo caso, si tratta del dollaro USA. Quando i guadagni degli americani aumentano rispetto a quelli delle loro controparti in altri paesi, il valore del biglietto verde aumenta. Ma nel clima attuale, questo effetto è stato raddoppiato e, ancora una volta, la Fed è al centro di tutto. Come abbiamo accennato in precedenza, Powell sta osservando il mercato del lavoro come un falco e lo sta usando come indicatore della velocità e della forza con cui il regolatore può continuare a stringere. Sebbene i dati rimangano ampiamente positivi, la banca centrale continuerà a spingere verso il tasso finale previsto del 5,3%. E sappiamo tutti che tassi di interesse più alti si traducono sempre in un dollaro più forte.
Se a questo si aggiunge l'incertezza economica in atto a livello globale e lo status di porto sicuro del dollaro, c'è motivo di credere che il verde sarà davvero il colore del denaro nel 2023. Oltre alla valuta nazionale statunitense, possiamo aspettarci rendimenti positivi anche per altre valute rifugio come il franco svizzero e lo yen giapponese. L'indice del dollaro USA è già salito di 5% a 105 questo mese e potrebbe continuare a spingere verso i massimi di settembre 2022 di 114,10.
Non dimenticare le materie prime…
Con gli asset più alla moda come le criptovalute e le azioni, spesso trascuriamo le semplici materie prime come l'oro, l'argento e persino le risorse energetiche. Tuttavia, si tratta di potenti veicoli di profitto nei cicli toro, soprattutto per i day trader. È interessante notare che esiste un legame diretto tra l'aumento dei prezzi delle materie prime e la forza del mercato del lavoro, come è stato notato già nel 2017 da Martin Bodenstein della Federal Reserve di Washington DC. Nel suo rapporto Commodity Prices and Labour Market Dynamics in Small Open Economies (Prezzi delle materie prime e dinamiche del mercato del lavoro nelle piccole economie aperte), osserva che "per ogni aumento dell'1% dei prezzi delle materie prime, le nostre stime indicano un calo di un punto base del tasso di disoccupazione e, al suo picco, un aumento dello 0,3% dei posti vacanti". Sappiamo tutti quanto siano aumentate le materie prime energetiche nell'ultimo anno e questo potrebbe aver contribuito a rafforzare il mercato del lavoro.
Tuttavia, in netto contrasto con le altre materie prime, i metalli preziosi hanno registrato un andamento piuttosto piatto. In effetti, al prezzo attuale di 1.834 per oncia troy, l'oro è in calo di quasi il 10% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Nel frattempo, l'argento è andato ancora peggio. Attualmente si trova il 20% al di sotto del livello di marzo 2022, a 20,11 l'oncia. Se il resto delle nostre previsioni si concretizza in un rafforzamento del dollaro e in un ulteriore inasprimento della Fed, queste materie prime fondamentali dovranno recuperare almeno una parte del terreno perso prima della fine dell'anno.
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