Il periodo post-pandemia è stato un test per praticamente tutte le principali economie globali. In primo luogo, abbiamo avuto un'inflazione fuori controllo e persistente a livello mondiale che ha visto i prezzi dei prodotti di base più che raddoppiare in meno di un anno. Le banche centrali di tutto il mondo si sono trovate in una situazione di stallo: mantenere bassi i tassi e lasciar svalutare le proprie divise o aumentare i tassi di interesse e pesare ulteriormente sulle finanze dei comuni debitori? Alcuni enti di regolatori, come la Banca Centrale Europea e la Banca del Giappone, hanno scelto la via della minore resistenza, mentre altri, come la Federal Reserve degli Stati Uniti e la Banca d'Inghilterra, hanno optato per una politica monetaria aggressiva. Mentre l'inasprimento fiscale richiesto per ridurre la pressione sui prezzi ha danneggiato gli asset a rischio elevato e aumentato significativamente i costi di servizio del debito, il tempo ha dimostrato che si tratta della decisione giusta.
A differenza del Giappone e della zona euro, che sono in fase di stagnazione, gli Stati Uniti e il Regno Unito sono entrambi in crescita e sono riusciti a tenere a bada l'inflazione. In effetti, il Fondo monetario internazionale (FMI) ha recentemente rivisto le previsioni del 2024 per la crescita del PIL statunitense dal 2,1 al 2,7 per cento. Tuttavia, il Regno Unito ha pubblicato risultati più impressionanti, registrando una crescita del PIL negli ultimi tre mesi dello 0,6%, uscendo stabilmente dalla recessione e lasciando presagire una seconda metà dell'anno positiva. Quindi, cosa significa questo per la sterlina, e la Banca d'Inghilterra dovrà intervenire ancora nel 2024? Scopri le risposte a queste domande e altro ancora di seguito.
Ottima performance della sterlina
Con tassi di interesse nel Regno Unito ai massimi in 17 anni e tra i più alti di tutti i paesi OCSE, non sorprenderà sentire che la sterlina sta mantenendo il suo valore relativamente bene durante questi tempi di prova. Con tassi al 5,25%, la Banca d'Inghilterra si muove fondamentalmente a ranghi serrati con la Fed, eppure la sterlina britannica è riuscita a guadagnare quasi il 2 per cento sul dollaro statunitense ad aprile e maggio.
Certo, questo non sorprende particolarmente, ma considerando la forza del dollaro sia contro l'euro che contro lo yen giapponese, rende finora quella della sterlina una delle migliori performance del 2024. Questa sarà sicuramente notizia gradita a Rishi Sunak e ai suoi colleghi del partito conservatore che si preparano per un'elezione generale prima della fine dell'anno. Tuttavia, l'incertezza associata a un appuntamento elettorale di questa portata potrebbe comportare altri fattori che potrebbero mettere alla prova la forza della sterlina.
Sarebbe inoltre sciocco non parlare dello stato di salute del mercato del lavoro: attualmente la forza lavoro non occupata è limitata. Dal 2022, il Regno Unito attraversa una fase di bassa disoccupazione ed elevato numero di posti di lavoro vacanti. Questo potrebbe essere un fattore positivo per la sterlina, in quanto significa che la maggior parte delle persone che vogliono lavorare è occupata. Tuttavia, le relative difficoltà di assunzione da parte dei datori di lavoro potrebbero impedire che l'inflazione diminuisca ulteriormente, consentendo così al soldo verde di recuperare terreno nella seconda metà del 2024.
Dateci un taglio
Al di là dei fattori macroeconomici, sappiamo tutti che a esercitare la maggiore influenza su qualsiasi valuta legale è la banca centrale. Nell'attuale scenario, caratterizzato da tassi di interesse insolitamente elevati (secondo gli standard post-2008), il fattore che più probabilmente influirà sulla forza di una moneta è il passaggio a una politica monetaria più accomodante. In verità, sia la Federal Reserve degli Stati Uniti che la Banca d'Inghilterra si sono impegnate a effettuare tagli multipli dei tassi prima della fine dell'anno. L'unica cosa incerta è chi sarà il primo a farlo.
Originariamente, la Fed aveva promesso "tagli multipli", con alcune stime che prevedevano che questi sarebbero iniziati già a maggio. Alla fine, Jerome Powell ha messo il ciclo di allentamento in pausa, anche se si prevede che inizierà a tagliare a settembre. I funzionari del comitato di politica monetaria della Banca d'Inghilterra, tuttavia, hanno segnalato che la banca centrale potrebbe ridurre i tassi già il mese prossimo, nonostante il rischio potenziale di inflazione. La Banca del Giappone come noto ha imposto un aumento dei tassi il mese scorso, ma da allora è stata costretta a un intervento significativo per evitare che lo yen perdesse ancora più terreno contro le altre major.
Un intervento rapido e incisivo del Regno Unito nel 2022 avrebbe potuto salvare la moneta nazionale. Tuttavia, ciò potrebbe anche significare che il ritorno a una politica accomodante è più lento nel contesto di una crescita del PIL superiore al previsto (+0,7% nel solo secondo trimestre 2024). Ciò potrebbe sembrare poca cosa, in quanto rappresenta solo un tasso annuale del 2,8%, ma per mettere le cose in prospettiva, tra il 2019 e il primo trimestre 2024 l'economia del Regno Unito è cresciuta solo dell'1,4%. Una politica monetaria più morbida potrebbe infatti stimolare un'ulteriore crescita attraverso una maggiore propensione al rischio, ma perché mettere le mani su qualcosa che funziona se l'inflazione è ancora al di sopra dell'obiettivo al 3,2%?
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